Cardioprotezione e sicurezza di Dexrazoxano nei pazienti trattati per nuova diagnosi di leucemia linfoblastica acuta a cellule T o linfoma non-Hodgkin linfoblastico in stadio avanzato
E’ stata determinata l'efficacia oncologica, l'efficacia cardioprotettiva, e la sicurezza di Dexrazoxano ( Savene ) aggiunto alla chemioterapia che includeva una dose di Doxorubicina cumulativa di 360 mg/m2 per il trattamento di bambini e adolescenti con leucemia linfoblastica acuta a cellule T ( T-ALL ) di nuova diagnosi o linfoma non-Hodgkin linfoblastico ( NHL-L ).
I pazienti sono stati trattati nel Pediatric Oncology Group Protocol POG 9404, che comprendeva l'assegnazione casuale al trattamento con o senza Dexrazoxano somministrato in infusione in bolo subito prima di ogni dose di Doxorubicina.
Gli effetti cardiaci sono stati valutati mediante misure ecocardiografiche della funzione e della struttura ventricolare sinistra.
Sono stati arruolati 573 pazienti, di questi 537 erano eleggibili e sono stati assegnati in modo casuale a un braccio con o senza Dexrazoxano.
La sopravvivenza libera da eventi a 5 anni non differiva tra i due gruppi: 76.7% per il gruppo Dexrazoxano rispetto a 76.0% per il gruppo con solo Doxorubicina ( P=0.9 ).
Le frequenze di grave tossicità ematologica di grado 3 o 4, infezioni, eventi del sistema nervoso centrale, e morti tossiche sono state simili in entrambi i gruppi ( P da 0.26 a 0.64 ).
Di 11 secondi tumori, 8 si sono verificati in pazienti che hanno ricevuto Dexrazoxano ( P=0.17 ).
L’accorciamento frazionale medio del ventricolo sinistro, lo spessore della parete, e i punteggi z del rapporto spessore / dimensione misurato 3 anni dopo la diagnosi erano peggiori nel gruppo solo Doxorubicina ( n=55 per gruppo; P minore o uguale a 0.01 per tutti i confronti ).
I punteggi z di accorciamento frazionale medio misurati da 3.5 a 6.4 anni dopo la diagnosi sono rimasti diminuiti, e sono risultati più bassi nei 21 pazienti che hanno ricevuto solo Doxorubicina rispetto ai 31 pazienti che hanno ricevuto Dexrazoxano ( -2.03 vs -0.24; P minore o uguale a 0.001 ).
In conclusione Dexrazoxano ha mostrato attività cardioprotettiva e non ha compromesso l'efficacia antitumorale, non ha aumentato la frequenza delle tossicità, e non è stato associato a un aumento significativo di secondi tumori con questo regime chemioterapico contenente Doxorubicina.
Viene consigliato Dexrazoxano come cardioprotettivo per i bambini e gli adolescenti che hanno tumori trattati con antracicline. ( Xagena2016 )
Asselin BL et al, J Clin Oncol 2016; 34: 854-862
Cardio2016 Ema2016 Onco2016 Pedia2016 Farma2016
Indietro
Altri articoli
Chemioterapia ad alte dosi e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche nei pazienti anziani e in buone condizioni con linfoma primario diffuso del sistema nervoso centrale a grandi cellule B: studio MARTA
I trattamenti disponibili per i pazienti più anziani affetti da linfoma diffuso primario del sistema nervoso centrale a grandi cellule...
I tempi di attivazione degli anticorpi anti-PD-L1 influiscono su efficacia e tossicità della terapia con cellule CAR-T dirette a CD19 per il linfoma a grandi cellule B
Più della metà dei pazienti trattati con immunoterapia con cellule T mirate al recettore chimerico dell'antigene ( CAR ) CD19...
Consolidamento con Blinatumomab post-trapianto autologo di cellule staminali in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B
Gli esiti nei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) recidivato sottoposti a trapianto autologo di...
Metotrexato ad alte dosi come profilassi del sistema nervoso centrale nel linfoma aggressivo a cellule B ad alto rischio
La progressione del sistema nervoso centrale ( SNC ) o la recidiva è una complicanza rara ma devastante del linfoma...
Brentuximab vedotin più Nivolumab dopo trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche per i pazienti adulti con linfoma di Hodgkin classico ad alto rischio
Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...
Tassi di sindrome da rilascio di citochine e sindrome da neurotossicità associata a cellule effettrici immunitarie dai dati di CIBMTR su pazienti con linfoma in seguito a terapia con cellule CAR-T
I prodotti a base di cellule T ingegnerizzate Axicabtagene ciloleucel ( Axi-cel; Yescarta ) e Brexucabtagene autoleucel ( Brexu-cel; Tecartus...
Candidati biomarcatori germinali dell’efficacia della Lenalidomide nel linfoma a cellule mantellari: studio MCL0208
Nello studio di fase 3 MCL0208 della Fondazione Italiana Linfomi, il mantenimento con Lenalidomide ( Revlimid ) dopo trapianto autologo...
Esposizione ottimale alla Fludarabina per esiti migliori dopo la terapia con Axicabtagene ciloleucel per il linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo
La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...
Pembrolizumab nel linfoma primario mediastinico a grandi cellule B recidivante o refrattario: analisi finale di KEYNOTE-170
Precedenti analisi dello studio di fase 2 KEYNOTE-170 hanno dimostrato un'attività antitumorale efficace e una sicurezza accettabile di Pembrolizumab (...
Lenalidomide più Rituximab per il trattamento iniziale dei pazienti anziani fragili affetti da linfoma diffuso a grandi cellule B: studio FIL_ReRi
Il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B ( DLBCL ) nei pazienti anziani è impegnativo, soprattutto per coloro...